Dante Alighieri e la gravità

Nella Divina Commedia ci sono passaggi in cui Dante si mostra perfettamente a suo agio con l’astronomia, l’aritmetica, la geometria, le scienze naturali. E utilizza narrazioni e dialoghi per comunicare le idee e le teorie a un livello molto avanzato per i suoi tempi.

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Dante Alighieri e la gravità

Nella Divina Commedia ci sono passaggi in cui Dante si mostra perfettamente a suo agio con l’astronomia, l’aritmetica, la geometria, le scienze naturali. E utilizza narrazioni e dialoghi per comunicare le idee e le teorie a un livello molto avanzato per i suoi tempi.

«Prima ch’io de l’abisso mi divella,
maestro mio», diss’io quando fui dritto,
«a trarmi d’erro un poco mi favella:

ov’è la ghiaccia? E questi com’è fitto
sì sottosopra? E come, in sì poc’ora,
da sera a mane ha fatto il sol tragitto?».

Ed elli a me: «Tu imagini ancora
d’esser di là dal centro, ov’io mi presi
al pel del vermo reo che ’l mondo fóra.

Di là fosti cotanto quant’io scesi;
quand’io mi volsi, tu passasti ’l punto
al qual si traggon d’ogne parte i pesi».

(Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, Canto XXXIV, 100-111)

 

Siamo con Dante e Virgilio alla fine del viaggio nell’Inferno, nel centro della Terra, dove nella Commedia si trova Lucifero. Qui Dante usa un originale trucco narrativo per descrivere la forza di gravità come un campo centripeto, per il quale le nozioni di “alto” e “basso” dipendono appunto da dove ci si trova rispetto al centro. E lo fa, come sempre, al meglio delle conoscenze dell’epoca.

Traditori!

L’ultima porzione dell’Inferno, chiusa dall’orribile corpo di Lucifero, è formata dalla Giudecca, dove i traditori dei benefattori vengono puniti immersi nel ghiaccio. Dante e Virgilio si dirigono verso il centro della Terra e il poeta latino invita il discepolo ad abbracciarlo al collo mentre cerca il momento giusto per scavalcare il corpo dell’angelo ribelle per continuare il viaggio verso l’altro emisfero. Virgilio si aggrappa alle costole pelose di Lucifero e scende lungo i suoi fianchi, per poi “girarsi” e iniziare a salire verso l’alto.

Punto di svolta

Dante non si rende immediatamente conto di ciò che sta accadendo, e crede erroneamente che lui e Virgilio stiano tornando nella Giudecca, da dove provenivano. Infatti, prima di attorcigliarsi intorno a Lucifero, aveva sentito la forza di gravità spingerlo nella direzione di marcia, mentre ora l’avverte opporsi al cammino. Per questo rimane disorientato e tempesta di domande la sua guida (Perché non rivedo il ghiaccio di prima? Perché Lucifero lo vedo rovesciato? E come ha fatto a farsi giorno così presto?). Virgilio prontamente gli risponde facendogli notare che hanno oltrepassato il centro della Terra (il punto verso i quale tutti i pesi sono attratti) e quindi si stanno affacciando all’altro emisfero, dove è giorno.

Senza peso

La trovata è estremamente immaginifica ed efficace dal punto di vista narrativo. Oggi però sappiamo che, in realtà, se si scendesse davvero all’interno della Terra, la gravità diminuirebbe fino a scomparire nel centro, per poi riprendere ad aumentare riaffiorando in superficie. Nel centro, infatti, si sarebbe attratti in ugual misura dalla materia attorno in ogni direzione. Ma questo Dante non poteva saperlo.

Link e approfondimenti

Il “programma” di divulgazione della conoscenza di Dante del Convivio e del De Vulgari Eloquentia.

Gian Italo Bischi
Gian Italo Bischi
Laureato in fisica, è professore ordinario di Matematica generale e Sistemi dinamici e giochi evolutivi presso il Dipartimento di Economia, Società, Politica dell’Università di Urbino. Ha pubblicato articoli e libri sui modelli dinamici e le loro applicazioni alla descrizione di sistemi complessi. Si occupa anche di divulgazione, in particolare sulle connessioni fra la matematica e gli altri campi del sapere.

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