Il viaggio dell’anima tra le torri di Anselm Kiefer

Siamo stati tra i Sette Palazzi Celesti, negli spazi di Pirelli HangarBicocca a Milano, dentro l'opera dell'artista tedesco in cui il cammino fisico diventa un percorso di iniziazione spirituale ricco di simboli, di significati e di memoria.

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Il viaggio dell’anima tra le torri di Anselm Kiefer

Siamo stati tra i Sette Palazzi Celesti, negli spazi di Pirelli HangarBicocca a Milano, dentro l'opera dell'artista tedesco in cui il cammino fisico diventa un percorso di iniziazione spirituale ricco di simboli, di significati e di memoria.

Ci sono viaggi che seguono itinerari geografici più o meno lunghi e contorti; altri che si sviluppano in gran parte dentro di noi, e che possono essere altrettanto complessi. A questa seconda categoria appartiene senz’altro I Sette Palazzi Celesti, l’opera dell’artista tedesco Anselm Kiefer che segna la nascita, nel 2004, di Pirelli HangarBicocca come museo di arte contemporanea in un’ex area industriale nella periferia di Milano. «Il titolo deriva da un libro della mistica ebraica del quinto-sesto secolo dopo Cristo, Sefer Hekhalot (il “Libro dei Palazzi/Santuari”) che narra il viaggio dell’anima», racconta Laura Zocco dei Progetti Educativi di Pirelli HangarBicocca. «È un viaggio iniziatico, un cammino per congiungersi al divino, nel quale l’anima deve percorrere sette palazzi, o sette stanze a seconda delle traduzioni, e deve superare gli ostacoli che incontra, solitamente imposti da un angelo che la mette alla prova e che si trova all’interno o al di sopra delle torri. Anselm Kiefer ha restituito l’immaginario di questo viaggio nello spazio di Pirelli HangarBicocca, su una superficie di circa 2.500 metri quadri con un soffitto a 30 metri di altezza, con sette torri in cemento armato di altezza variabile, dai 13 ai 19 metri. Ogni torre è caratterizzata da elementi che la rendono unica rispetto alle altre, e il visitatore è invitato a osservarli perché ognuno di essi ha un significato simbolico».

Laura Zocco, di Pirelli HangarBicocca, spiega I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer (video registrato in occasione di Fermhamente 2023).

1. Sefiroth

Le torri sono disseminate sulla superficie in modo apparentemente casuale e non è indicato un itinerario da seguire, quindi ognuno si può muovere liberamene. Il percorso comincia comunque da Sefiroth, la prima torre, disposta a nord e ricoperta di scritte al neon che replicano la calligrafia dell’artista. Sono i nomi delle sefiroth, appunto, che secondo la mistica ebraica compongono l’albero o della vita e indicano le modalità con cui Dio si manifesta nel creato.

Sefiroth
L’ingresso di Sefiroth, lato nord, con la scritta al neon (Foto A. Parlangeli).

2. Melancholia

La seconda torre è Melancholia, che prende il nome da una celebre incisione di Albrecht Dürer (1471-1528). Sulla sua cima, infatti, vi è un poliedro in vetro molto simile a un analogo solido che compare nell’incisione. Ai piedi della torre, di fronte a un ingresso fantasma, sono ammucchiate centinaia di piccole strisce di vetro e carta che riportano sequenze alfanumeriche trascritte a mano. Sono i codici usati dalla Nasa per classificare le stelle in base alla distanza, alla dimensione e al colore.

Melancholia
La torre Melancholia, con i codici alfanumerici, ai auoi piedi, che indicano le stelle (A. Parlangeli).

3. Ararat

La terza torre è Ararat, sulla cui sommità si intravede la sagoma di una nave. È un’imbarcazione militare della Seconda guerra mondiale, incagliata sulla torre così come l’arca di Noè si arenò sul monte Ararat dopo il diluvio, secondo il racconto della Bibbia.

4. Linee di campo magnetico

La quarta torre è definita come Linee di campo magnetico, ed è la più alta dell’installazione. La sua caratteristica principale si legge nel suo lato Est, sul quale sono poste a diverse altezze pellicole in piombo alle quali sono applicate stampe fotografiche che raffigurano nuvole, alternate ad altre che non riproducono alcun tipo di immagine. Un contenitore cilindrico per bobine cinematografiche, insieme ad altre pellicole, giace anche alla base della torre, vicino all’ingresso.

Linee di campo magnetico
Linee di campo magnetico (Foto A. Parlangeli).

5 e 6. JH e WH

Le torri cinque e sei sono le torri gemelle JH e WH, i cui nomi affiancati compongono la scritta Yahweh, cioè Dio in ebraico, una parola tradizionalmente considerata impronunciabile. Sul pavimento, tra le due torri, si trovano undici massi di forma irregolare e dimensioni diverse. Sono rivestiti di piombo fuso (un elemento dominante in tutta l’opera, per il suo significato alchemico e per quello che ha per l’artista, legato alla sua esperienza durante la guerra) e sono disseminati in modo apparentemente casuale. Sono numerati e sono undici, come i cocci dei vasi che secondo la Cabala luriana si ruppero durante la creazione del mondo.

YH e WH
Le torri gemelle YH e WH (Foto A. Parlangeli).

7. Torre dei quadri cadenti

La settima torre è ricoperta su tre lati da cornici in legno rivestite di piombo, contenenti lastre di vetro impolverate e frantumante in più punti. Altre cornici e altre lastre si accumulano alla base, rievocando tutte insieme l’iconoclastia e la tradizione aniconica della cultura ebraica, ma anche la Notte dei Cristalli del 1938.

Torre dei Quadri Cadenti
Torre dei Quadri Cadenti (A. Parlangeli).

Un’opera in evoluzione

Un viaggio dentro il viaggio è la storia dell’opera in sé, che nasce prima dell’installazione e non è ancora finito, in piena coerenza con l’idea di Kiefer che un’opera non smette mai di cambiare nel tempo, se non quando viene distrutta. E così il percorso delle torri inizia nel parco-atelier dell’artista a Barjac, in Francia, dove ancora oggi si possono ammirare alcune loro “sorelle” – costruzioni simili costruite con blocchi di cemento – esposte alle intemperie. E poi, nel 2015, l’installazione milanese si è arricchita di cinque quadri dell’artista, che ormai fanno parte integrante dell’opera e la caratterizzano fin nel titolo (I Sette Palazzi Celesti 2004-2015). Nel quadro più grande, posto nel lato nord di fronte Sefiroth, compare un uomo di spalle, mentre guarda un fiume che scorre. Di fronte a lui, un grande arcobaleno che attraversa l’intera tela e sul quale sono trascritti i nomi di filosofi tedeschi che hanno perseguito un ideale di salvezza incarnato dall’azione di un leader, da Immanuel Kant a Karl Marx, mentre alla base del quadro sono riportati i nomi di pensatori come Friedrich Nietzsche e Carl Gustav Jung, secondo i quali la salvezza è raggiungibile solo attraverso un percorso di conoscenza di sé stessi.

Die Deutsche Heilslinie,
Il quadro Die Deutsche Heilslinie (“La linea tedesca di salvezza spirituale”), in fondo sul lato nord, di fronte a Sefiroth (A. Parlangeli).

Link e approfondimenti

Il sito dedicato ai Sette Palazzi Celesti di Pirelli HangarBicocca, con la guida all’installazione.
• I Sette Palazzi Celesti nel sito di Google Arts.
Il sito della casa-museo di Anselm Kiefer a Barjac (Francia).

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