Colpiti da un flash di raggi gamma

Un anno fa, un fiotto di radiazione energetica ha colpito la Terra e ha alterato l’alta atmosfera. La causa? Un'esplosione stellare che, si sospetta, se fosse accaduta più vicino a noi avrebbe potuto causare un’estinzione di massa.

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Colpiti da un flash di raggi gamma

Un anno fa, un fiotto di radiazione energetica ha colpito la Terra e ha alterato l’alta atmosfera. La causa? Un'esplosione stellare che, si sospetta, se fosse accaduta più vicino a noi avrebbe potuto causare un’estinzione di massa.

Una violenta ondata di raggi gamma, le radiazioni più energetiche e penetranti che si possano immaginare, ha colpito la Terra il 9 ottobre 2022 alle 15:21, causando un disturbo significativo nell’alta atmosfera. Di solito, disturbi di questo tipo sono generati dal Sole; in questo caso è stata l’esplosione di una stella a quasi 2 miliardi di anni luce di distanza. Uno studio appena pubblicato descrive il fenomeno e conferma l’idea che esplosioni di questo genere potrebbero causare e aver causato estinzioni di massa sulla Terra.

Una volta ogni 10 mila anni

Ad accorgersi del fiotto anomalo di raggi gamma, che è stato chiamato GRB 221009A, erano stati i satelliti in orbita, tra cui Integral dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa).

Un tempo i lampi di raggi gamma erano eventi misteriosi, oggi si sa che a causarli sono le esplosioni di stelle chiamate supernovae oppure le collisioni tra due stelle di neutroni. «Misuriamo i lampi di raggi gamma dagli anni ’60, e questo è il più forte di tutti», dice Pietro Ubertini dell’Istituto Nazionale di Astrofisica, coautore dello studio. Statisticamente, un lampo gamma (in inglese, gamma ray burst, o Grb) potente come GRB 221009A arriva sulla Terra solo una volta ogni 10 mila anni.

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Il lampo gamma GRB 221009A osservato dal satellire XMM-Newton
(Foto ESA/XMM-Newton/M. Rigoselli – Inaf).

Influssi globali

Durante gli 800 secondi in cui si è verificato, il fenomeno ha sviluppato un’energia sufficiente ad attivare i rilevatori di fulmini in India, e anche in Germania gli strumenti hanno osservato un disturbo della ionosfera per diverse ore dall’esplosione.

La ionosfera è lo strato dell’atmosfera superiore della Terra e contiene gas elettricamente carichi chiamati plasma. Si estende da circa 50 km a 950 km di altezza, sopra la stratosfera, ed è così tenue che i veicoli spaziali possono attraversarla mantenendosi in orbita, senza perdere quota per attrito, nella maggior parte dei casi.

Con la Cina

Uno di questi satelliti è il China Seismo-Electromagnetic Satellite (Cses), noto anche come Zhangheng, una missione spaziale italo-cinese. Cses stato lanciato nel 2018 e monitora la parte superiore della ionosfera per rilevare eventuali cambiamenti nel suo comportamento elettromagnetico. La sua missione principale è studiare i possibili collegamenti tra questa zona dell’atmosfera e il verificarsi di eventi sismici come i terremoti, ma può anche studiare l’impatto dell’attività solare.

Pietro Ubertini fa parte del team scientifico di Cses e con i suoi colleghi si è reso conto che se il lampo gamma avesse creato un disturbo, il Cses avrebbe dovuto vederlo. «Avevamo cercato questo effetto con altri lampi gamma in passato, ma non avevamo visto nulla», ammette. Questa volta, invece, l’effetto è stato evidente e forte.

lampo gamma
La spiegazione, in inglese, di come si genera un lampo gamma (Immagine NASA’s Goddard Space Flight Center).

Lontanissimo

GRB 221009A ha avuto luogo in una galassia distante quasi 2 miliardi di anni luce – quindi lontanissima – eppure aveva ancora abbastanza energia per influenzare la Terra. Anzi, ha addirittura attivato strumenti generalmente riservati allo studio di immense esplosioni solari dette brillamenti. «Ha avuto un impatto sugli strati più bassi della ionosfera, situati a poche decine di chilometri sopra la superficie del nostro pianeta, lasciando un’impronta paragonabile a quella di un grande brillamento solare», afferma Laura Hayes, ricercatrice dell’Esa. «Possiamo dire che la ionosfera si è “spostata” verso quote più basse, e lo abbiamo rilevato con le onde radio».

Pericolo ozono

Nell’articolo appena pubblicato, gli scienziati notano che se un evento del genere fosse avvenuto nella nostra galassia avrebbe avuto conseguenze per noi molto più gravi, fino a danneggiare lo strato di ozono che ci protegge dalle pericolose radiazioni ultraviolette del Sole. Si sospetta che un fenomeno di questo tipo abbia potuto causare alcune delle estinzioni di massa avvenute sulla Terra in passato, e i dati raccolti in questa occasione aiuteranno il team ad approfondire ulteriormente le ricerche.

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