La traiettoria di Voyager è una linea melodica

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La traiettoria di Voyager è una linea melodica

Anche i dati delle sonde possono essere trasformati in suoni. Lo hanno fatto nel 2017, per celebrare i 40 anni di viaggio dell’iconica Voyager 1, Domenico Vicinanza della Anglia Ruskin University e Geant (Uk) e Genevieve Williams dell’Università di Exeter (Uk). Un’iniziativa di Arte&Scienza che vogliamo oggi ricordare.

Un estratto della musica creata da Domenico Vicinanza e Genevieve Williams con i dati delle misure della sonda Voyager 1 della Nasa (Foto Nasa). Qui la musica completa.

Intervista

Ogni singolo numero e dato raccolto dal 1977 dalla sonda è stato convertito in una nota musicale, creando una melodia suonata da un’orchestra composta da violini, flauti, pianoforte e corno francese. Riportiamo qui l’intervista realizzata da Media Inaf al compositore Domenico Vicinanza.

Come è stata creata questa melodia?

«È stata creata in più fasi, dapprima attraverso un procedimento chiamato sonificazione dei dati sperimentali, in seguito attraverso l’arrangiamento per orchestra sinfonica».

Come si passa da numeri e dati scientifici alle note?

«I dati raccolti dal Low Energy Charged Particle (Lecp) detector, a bordo della Voyager 1, sono stati associati a note musicali. Il processo di conversione è una vera e propria mappatura, intervalli tra numeri sono trasformati in intervalli tra note. Crescita e decrescita del numero di particelle che arrivano al rivelatore diventano quindi sequenze di note, melodie crescenti e decrescenti».

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Disco d’oro installato nella sonda: contiene informazioni sulla civiltà umana indirizzata a un’ipotetica intelligenza extraterrestre (Nasa/Jpl).

Quali sono gli strumenti coinvolti e perché sono stati scelti? Hanno un legame preciso con i dati raccolti da Voyager 1?

«Gli strumenti sono stati scelti in base alla loro capacità di suonare in modo naturale le note generate dalla sonificazione. I dati dal 1977 al 2012 sono suonati dai violini secondi, raddoppiati dai corni e dal pianoforte durante i periodi in cui la sonda ha visitato Giove e Saturno. Nel 2012, Voyager 1 ha lasciato il Sistema solare: le note sono diventate più acute e i violini secondi hanno lasciato il posto a flauto, ottavino, glockenspiel (metallofono) con accompagnamento di arpa e celesta. Anche la tonalità è cambiata, da do maggiore a mi bemolle maggiore. L’orchestrazione segue, sottolinea, mette in evidenza i cambiamenti, esattamente come i cambi di colore e spessore delle linee rendono porzioni di un grafico più evidenti».

I tre minuti di musica raccontano la storia osservativa della sonda. La trasposizione in musica dei dati è un ottimo strumento di comunicazione. Che ne pensa?

«Assolutamente, nonostante questo brano sia stato scritto per celebrare i 40 anni di Voyager, l’approccio che Genevieve ed io abbiamo seguito nella mappatura e rappresentazione dei dati è assolutamente rigoroso. La musica è un linguaggio incredibilmente ricco ed è un ottimo strumento per la divulgazione scientifica e la comunicazione di risultati e scoperte».

Licenza per il riutilizzo del testo (CC BY-NC-SA 4.0)

Link e approfondimenti

L’articolo dell’Istituto Nazionale di Astrofisica da cui è tratta l’intervista.
• Voyager, timeline della missione.
• Voyager, un modello 3D interattivo.
Il suono della cometa 67P.
• I dati delle sonde Voyager 1 e 2 trasformati in duetto.

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