L’uomo senza nome di Wuhan

Due anni fa, un uomo senza nome fu trovato senza vita per le strade di Wuhan. Le immagini fecero il giro del mondo. Forse qualcuno immaginava quel che sarebbe accaduto di lì a poco; ma ancora nessuno o quasi passava all'azione.

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L’uomo senza nome di Wuhan

Due anni fa, un uomo senza nome fu trovato senza vita per le strade di Wuhan. Le immagini fecero il giro del mondo. Forse qualcuno immaginava quel che sarebbe accaduto di lì a poco; ma ancora nessuno o quasi passava all'azione.

Giovedì 30 gennaio 2020, nella metropoli cinese di Wuhan nel pieno del lockdown accade qualcosa di sconvolgente, un fatto inaspettato e destinato ad attirare l’attenzione del mondo intero. Incredibile come la Terra, sotto certi aspetti così grande, improvvisamente diventi tanto piccola. Le notizie circolano, volano lontano quanto il virus, non esistono più confini. Un uomo in bicicletta, un uomo qualunque, passa davanti ad un negozio di mobili. La serranda abbassata, la città, una volta brulicante di fervida agitazione, è completamente deserta. La popolazione è da giorni in quarantena, sembra di essere in un film post-apocalittico, ma non lo è.  Il silenzio è irreale ed assordante. Tutto è immobile. Alle mente affiora il famoso quadro di Dalì La persistenza della memoria.

Sul marciapiede giace il corpo di un uomo, la mascherina sul volto, una busta di plastica in mano. Nessuno sa chi sia.

Abbandonato

Il paesaggio non è però quello di Port Lligat durante l’alba, dominato da un cielo dalle sfumature gialle e celesti, ma di un’anonima metropoli che, fino a qualche tempo prima, era quasi sconosciuta. Il cielo è bigio, senza sfumature, così come lo è lo scorrere del tempo. Tutto pare sospeso in un limbo sconosciuto. Sul marciapiede giace il corpo di un altro uomo, la mascherina sul volto, una busta di plastica in mano. Nessuno sa chi sia, è uno dei tanti, un corpo esanime che improvvisamente, suo malgrado, diventa un simbolo. Un fotoreporter immortala la scena in una serie di scatti che, in poco tempo, diventano virali. Da Wuhan arrivano immagini quasi incredibili: strade deserte e parallelamente mega ospedali che spuntano come funghi, in pochi giorni, così, dal nulla ed anche transenne e militari che limitano, o meglio impediscono, gli spostamenti. L’uomo del marciapiede resta alcune ore per terra, un’eternità in condizioni normali, prima che una delle squadre di soccorritori, si fermi per prelevare il corpo. Dopo averlo raccolto dal suolo, divenuto un letto di morte, hanno provveduto alla sanificazione del posto, quella era la procedura. I soccorritori avvolti nelle loro tute protettive, quasi come in un utero materno, allontanano i pochi passanti in un ultimo tardivo gesto di umanità e dignità.

Chi era?

In Cina la foto del “morto di Wuhan” è subito diventata virale sui social, ma i media ufficiali del regime non ne fanno menzione. Qualcuno ha chiuso la questione riferendo che la famiglia dell’uomo, indicato come signor Xie, aveva chiesto il rispetto della privacy, specificando, con precisione, che l’uomo non era malato di Covid19.  A due anni di distanza, di questa storia, finita su tutti i giornali del mondo, non si sa nulla.

A Wuhan, su quel marciapiede, dove un uomo perse la vita aprendo gli occhi del mondo su quanto stava accadendo, non c’è neanche più il negozio di mobili, sostituito da un alimentari che fa da edicola e tabacchi. La vita, seppur faticosamente, ha ripreso a scorrere.

In Italia

Alla vista di quanto stava accadendo in Cina era inevitabile essere increduli e alquanto scioccati. Sarà una fake news? Una trovata del governo cinese? Come può accadere che una persona, con un nome, una famiglia, un lavoro possa diventare improvvisamente invisibile? Quanto vera poteva essere quella notizia? Perché quell’uomo non è stato soccorso? Per una sorta di istinto di auto-protezione tutti noi, abbiamo pensato non potesse essere vero. Molti colleghi erano rimasti sconvolti.  Soccorrere, assistere e curare è, per noi, una cosa naturale, di fatto quasi un istinto.  Deontologicamente intollerabile pensare ad una persona dimenticata su un freddo marciapiede, senza ricevere soccorso. Mai e poi mai ci saremmo immaginati che, da lì a poche settimane, avremmo dovuto interfacciarci anche noi con una situazione così tragica da dover fare delle scelte a dir poco difficili, ma questa è un’altra storia.

Voli sospesi

Intanto il governo italiano sospende i voli da e per la Cina. Ma gli spostamenti non si interrompono. Chi doveva viaggiare dalla Cina all’Italia può fare scalo in altri Paesi, con il risultato che se ne perde il tracciamento.

Massimo Franzin
Massimo Franzin
Massimo Franzin è infermiere di area critica presso l’Ospedale Sant’Anna di Como (ASST Lariana) e infermiere di pratica avanzata presso AREU (Agenzia Regionale Emergenza Urgenza) Lombardia. Coordinatore infermieristico durante l’emergenza migranti a Como, è volontario della Croce Rossa Italiana e infermiere istruttore del Corpo Militare Volontario CRI. È stato vicedirettore e caporedattore della rivista scientifica "Agorà" e dallo scorso anno del network SOS Emergenza. Dal 2019 riveste l’incarico di presidente del Club per l’UNESCO di Como.

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