Il Made in Italy diventa museo

Da Mantova a Benevento, breve viaggio multisensoriale alla scoperta dei marchi storici che hanno creato un proprio museo.

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Il Made in Italy diventa museo

Da Mantova a Benevento, breve viaggio multisensoriale alla scoperta dei marchi storici che hanno creato un proprio museo.

L’Italia è una nazione con una lunga storia industriale, e anche le aziende diventano sempre più consapevoli del patrimonio culturale di cui sono custodi. Tanto che alcune – da nord a sud, in tutta la Penisola – hanno creato un loro museo. Ecco alcuni esempi.

Selfie con pennello

Uno degli spot più riusciti degli anni ’70 – indimenticabile per chi lo ha visto – recitava: “Non occorre un pennello grande, ma un grande pennello”.

Non è altrettanto noto però che la storica azienda mantovana Pennelli Cinghiale, ancora oggi leader di mercato nel suo settore, si è dotata di un museo multimediale e multisensoriale, il cui allestimento è stato affidato all’artista Duty Gorn, autore anche di murales sulla facciata. Il museo, aperto al pubblico solo pochi giorni all’anno, offre un percorso della memoria attraverso documenti, testimonianze e oggetti come l’immancabile pennellone dell’iconico spot, ritrovato in un magazzino e restaurato: imperdibile è il selfie con il “grande pennello”.

il Grande Pennello Cinghiale
Il pennello Cinghiale gigante usato nei celebri spot.

Da non perdere anche il pennello olfattivo, opera plurisensoriale del naso Luca Maffei, che ha ricostruito l’accordo olfattivo tipico del pennello pennello intriso di vernice: arrivano prima le note di testa con sentori di pepe rosa, cumino, ginepro, acetato di etile e iris aldehyde; poi il cuore del profumo con sentori di ambrocenide, cashmeran, styrax; e a chiudere le persistenti note di fondo di boisambrene.

Tra le piante officinali

All’interno di Palazzo Bourbon del Monte, nel borgo toscano di San Sepolcro che ha dato i natali a Piero della Francesca, un percorso olfattivo e tattile conduce in un racconto di piante officinali. Siamo nell’Aboca Museum.

Farmacia Aboca
La farmacia ricostruita nell’Aboca Museum.

Attraverso la ricostruzione degli antichi ambienti di lavorazione delle erbe o di una spezieria del XVI secolo, fino all’affascinante cella dei veleni, chiusa da un cancello in ferro protetto da aspidi, i visitatori possono esplorare tutti i luoghi della filiera produttiva per scoprire il valore della biodiversità e le risorse che l’ambiente mette a disposizione della nostra salute. Tutto si gioca tra un piano terreno di esplorazione e modernità, disegnato dagli effetti speciali di DotDotDot (v. anche filmato in apertura) che consente ai visitatori di perdersi in un viaggio botanico plurisensoriale, e un secondo piano invece che racchiude, tra antichi volumi e la ricchissima selezione di piante medicinali e manufatti, la vera e propria ricostruzione di una farmacia originale dell’800 di un paese vicino, smontata e fedelmente ricomposta a memoria dei posteri.

 

Tempio del motociclismo

Il Museo Ducati è un tempio che racchiude la storia del motociclismo italiano e offre un’esperienza immersiva tra le linee di produzione delle moto che hanno fatto la storia del brand, insieme a tanti aneddoti e dettagli unici.

Il museo Ducati a Panigale (Bo).

Nelle sette sale multimediali, costruite nel cuore dello stabilimento di Borgo Panigale a Bologna, i visitatori sono accompagnati lungo quattro percorsi espositivi. Il museo ha riaperto questa primavera, dopo il lockdown, in una ricorrenza importante per Ducati: il 50° anniversario della vittoria di Paul Smart alla 200 Miglia di Imola del 1972. Ricorrenza celebrata con una novità: la leggendaria “750 Imola” si unisce per un periodo limitato alle 42 moto già presenti in esposizione.

Alambicchi, arte e letteratura

Scendendo più a sud, nel nostro viaggio incontriamo SpazioStrega, dedicato alla storia di Strega Alberti, che da oltre 150 anni produce il liquore che ha reso celebre il brand nel mondo. Questo luogo colpisce prima il naso e poi gli occhi, per l’irresistibile profumo di erbe e spezie che accoglie i visitatori all’ingresso della prima.

imitazioni Strega
La sala delle imitazioni del liquore Strega.

Qui si possono toccare con mano le diverse materie prime che compongono la formula del liquore, custodita in una storica cassettiera in legno esposta insieme agli antichi strumenti di lavorazione. Si procede con una visita alla distilleria di alambicchi ancora in funzione e si finisce in cantina, dove il liquore Strega affina in botti di rovere per sei mesi. Tra gli angoli più curiosi, la sala delle imitazioni, in cui sono esposte le oltre 400 bottiglie contraffatte rinvenute in ogni parte del mondo. E non può mancare uno spazio dedicato al Premio Strega, con le copertine dei libri vincitor,i e alla comunicazione del marchio che si è sempre avvalsa di disegnatori e pittori di prestigio come Marcello Dudovich e Fortunato Depero.

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