Perché russiamo?

Il russamento è un fenomeno tipico della specie umana, conseguenza di una serie di cambiamenti anatomici cominciati nel momento in cui il genere homo si è alzato su due zampe.

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Perché russiamo?

Il russamento è un fenomeno tipico della specie umana, conseguenza di una serie di cambiamenti anatomici cominciati nel momento in cui il genere homo si è alzato su due zampe.

Forse non ne siamo orgogliosi, ma il russamento è un fenomeno diffusissimo, tipico della specie umana e frutto della nostra evoluzione. «Secondo uno studio dell’Università Bocconi, in Italia 27 milioni di persone russano o soffrono di apnee del sonno da lievi a importanti», spiega Fabrizio Salamanca, referente del Centro per la diagnosi e cura della roncopatia di Humanitas San Pio X. «Sono quasi il 53% della popolazione adulta e sono veramente tanti». A che cosa è dovuto, allora, questo fenomeno singolare? Perché è così diffuso? E perché gli animali non russano, anche se a volte cani e maiali, per esempio, sembra davvero che lo facciano?

Un difetto molto… umano

«Il russamento è generato dalla vibrazione rumorosa delle strutture molli delle alte vie aeree al passaggio dell’aria, durante il sonno», chiarisce Salamanca. «A produrlo è una struttura anatomica, chiamata orofaringe collassabile, che è situata dietro la bocca ed è composta da palato molle (incluso il velo pendulo), tonsille, parte della lingua, laringe, epiglottide e ugola. La specie umana è l’unica ad averla. Gli altri animali, infatti, più propriamente “ronfano”: avviene quando l’aria passa per zone ristrette ma rigide, per esempio se sono raffreddati». Noi invece russiamo a causa del rilassamento, di notte, della muscolatura dell’orofaringe. «Il russamento è prevalentemente inspiratorio, è molto più raro avere un russamento espiratorio», continua Salamanca. E quando l’aria non passa affatto, perché il passaggio si chiude del tutto, possiamo entrare ripetutamente in uno stato di apnea che può durare diverse decine di secondi ed è molto dannoso per la salute.

Rilassamento notturno

C’è da chiedersi, a questo punto, perché russiamo solo di notte, quando dormiamo. «Di giorno, l’orofaringe collassabile è controllata dalla corteccia cerebrale, che mantiene un certo tono muscolare», spiega Salamanca. Questo controllo è indispensabile per l’apparato digerente. «Quando deglutiamo dopo aver masticato il cibo», continua Salamanca, «lo mandiamo dietro la lingua. Da quel momento, a livello conscio, non comandiamo più niente. Lì parte un meccanismo automatico, detta peristalsi, che consiste in un’onda di contrazione dei muscoli costrittori ­– possiamo pensare a una hola da stadio – che spinge il cibo verso l’esofago e da qui verso lo stomaco. Il cibo, infatti, non cade per gravità, ed è questo il motivo per cui gli astronauti mangiano anche in assenza di gravità».

Cervello rettile

Di notte, quando ci addormentiamo, gradualmente il controllo dell’orofaringe collassabile passa dalla corteccia cerebrale al sistema limbico, che è una delle parti più profonde del cervello e viene talvolta chiamato il cervello rettile. «Nell’evoluzione, infatti, siamo partiti dai rettili», chiarisce Salamanca. «Quindi abbiamo quella parte di cervello in comune con i serpenti. Il problema è che i serpenti non hanno l’orofaringe collassabile. E allora la centralina che durante la notte dovrebbe controllare questo organo non può farlo, perché nel nostro passato l’orofaringe collassabile non c’era». Per questo l’organismo può andare “in tilt”, e quando succede russiamo.

Frutto dell’evoluzione

Siamo arrivati, dunque, al punto saliente. Se gli altri animali non hanno l’orofaringe collassabile, perché noi sì? La risposta è che questa parte anatomica è la conseguenza di una serie di cambiamenti importanti che si sono avviati quando l’uomo, da quadrupede che era, si è alzato su due zampe. «Si è modificata innanzitutto la colonna vertebrale», illustra Salamanca. «Poi il cranio. Quindi, per esempio, il foro magno, nel quale passa il midollo spinale, da posteriore è diventato centrale. Poi abbiamo avuto uno sviluppo enorme di quella parte del cranio che è deputata a contenere il cervello, il neurocranio. A questo punto, per poter passare dal canale del parto, abbiamo dovuto necessariamente ridurre il muso, il cosiddetto splancnocranio. E la lingua, che prima stava nel muso, si è spostata indietro. La faringe si è allungata di 3-4 cm e, allungandosi, si è allungato uno spazio fatto di muscolatura, posteriormente e circolarmente: l’orofaringe collassabile. È un tratto che abbiamo in comune tra la via aerea e la via digestiva. Mentre, ancora una volta, gli animali hanno sempre le due vie ben separate. Questo spiega perché gli animali possono respirare e mangiare in contemporanea, mentre noi no. O mangiamo, o respiriamo. Solo i neonati possono respirare e mangiare contemporaneamente; perché le vie aeree, in quella fase dello sviluppo, sono ancora separate».

Questo è tutto, dunque, sui motivi per cui russiamo. E ai russatori non resta che una consolazione: il russamento non è che un effetto collaterale dello sviluppo della nostra specie, il prezzo da pagare all’evoluzione per essere diventati quello che siamo.

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