Torre dei “carceres”
Civico Museo Archologico
Corso Magenta 15
Resti della curva
Via Circo 9
Accesso: MM1-2 Cadorna
Quando Mediolanum divenne capitale dell’impero romano, nel III secolo d.C., l’imperatore Massimiano fece costruire accanto al suo palazzo il grande Circo. Egli vi poteva accedere direttamente attraverso un passaggio riservato, senza dover così uscire dal palazzo. La sua presenza in tribuna in occasione delle corse era importante, perché si trattava di uno dei pochi momenti in cui l’imperatore concedeva la sua presenza al popolo.
Prezioso, ed enorme
Poche città potevano permettersi un circo, visti gli alti costi necessari al mantenimento, e infatti nel Nord Italia ne avevano uno solo Milano e Aquileia. Oltre alle corse delle bighe, qui si svolgevano anche spettacoli, battute di caccia e combattimenti tra gladiatori.
Il Circo di Milano si estendeva lungo il lato orientale della cinta muraria, nell’area compresa tra le attuali corso Magenta, via del Torchio, via Brisa, via Cappuccio, via Circo e via Morigi, ed era uno dei più vasti dell’epoca romana. Lungo 470 metri e largo 85, anche dopo la fine dell’impero rimase attivo a lungo. Nel 615 ospitò l’incoronazione del re longobardo Adaloaldo, mentre in epoca carolingia fu coltivato a vigneti (ne resta testimonianza nel nome dell’adiacente via Vigna).
Quel che resta
Oggi del Circo non rimane quasi più nulla. Resistono solo due torri d’ingresso, un tratto della curva terminale mentre sono state trovate parti delle fondamenta delle gradinate in alcune cantine di via Brisa e via Morigi.
La torre conservata meglio (v. foto sopra) faceva parte dei “carceres”, ossia i cancelli o le porte da cui partivano le bighe. Nei carceres trovavano anche alloggio i gareggianti e le stalle per i cavalli. Nonostante i rimaneggiamenti intervenuti nei secoli, il basamento e il nucleo sono originali anche perché, già dall’VIII secolo, fu utilizzata come torre campanaria della chiesa di San Maurizio al Monastero Maggiore.
Quanto ai resti della curva del circo, si tratta di alcuni residui in muratura, isolati dagli edifici e visibili dalla strada nel giardino di un condominio all’incrocio tra via Cappuccio e via Circo (v. foto a destra). La stessa via Circo mantiene grossomodo l’andamento della curvatura dell’emiciclo che fungeva da raccordo tra le due piste, assunta dagli edifici moderni costruiti all’interno delle rovine della struttura.
Per saperne di più
• Il libro di Massimo Polidoro Milano insolita e segreta.
• Il sito del Museo Archeologico di Milano.