La Via Lattea mai vista così

Dopo 34 mesi di osservazioni, il satellite Gaia dell’Agenzia spaziale europea (Esa), ha rilasciato un nuovo catalogo astronomico 3D di quasi 2 miliardi di stelle, svelando dettagli mai visti finora sul nostro angolo di universo.

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La Via Lattea mai vista così

Dopo 34 mesi di osservazioni, il satellite Gaia dell’Agenzia spaziale europea (Esa), ha rilasciato un nuovo catalogo astronomico 3D di quasi 2 miliardi di stelle, svelando dettagli mai visti finora sul nostro angolo di universo.

Un miliardo e ottocentoundici milioni, settecentonovemila settecentosettantuno. È questo il numero esatto di stelle contenute nel catalogo Early Data Release 3 (EDR3) della missione Gaia dell’Esa, l’Agenzia Spaziale Europea. È la mappa più precisa mai realizzata della nostra galassia. E, oltre alle posizioni delle stelle, comprende anche le loro distanze, i loro movimenti, la loro luminosità e il loro colore.

Gaia ci ha messo tre anni per realizzarla, registrando la luce di stelle fino a un milione di volte più fioche di quelle visibili ad occhio nudo (in copertina, Esa/Gaia/DPAC).

Tra i primi risultati scientifici, spicca l’identikit completo di oltre 330 mila stelle nei “dintorni” del Sole (entro 330 anni luce). Prima di Gaia, si conosceva con precisione la distanza solo del 10% di stelle entro questo volume

Mario Lattanzi, Istituto nazionale di astrofisica

Le prime due versioni del catalogo, rese pubbliche rispettivamente nel 2016 e 2018, stanno rivoluzionando la nostra visione della Via Lattea, di cui hanno permesso di sviscerare la formazione ed evoluzione per inserirla nel contesto cosmico globale, la storia di oltre 13 miliardi di anni dell’universo. Con una media di quattro articoli scientifici pubblicati al giorno, la missione – che è stata lanciata nel 2013 – ha un impatto significativo praticamente su tutte le branche dell’astrofisica.

La nuova mappa della Via Lattea, in una raffigurazione che mette in evidenza il movimento delle stelle (Esa).

I ricercatori sono già al lavoro da mesi per realizzare la versione completa del terzo catalogo (Gaia Data Release 3), il cui rilascio è previsto per il 2022, con una serie di dati aggiuntivi tra cui la classificazione dei sistemi binari di stelle, e un catalogo esteso di asteroidi nel Sistema solare. Il satellite continuerà a raccogliere dati per almeno altri due anni (indicativamente fino alla fine del 2025) e seguiranno ulteriori cataloghi man mano che i nuovi dati verranno processati e analizzati.

Il centro di processamento dati a Torino è l’unico in Italia dei sei complessivi sul territorio europeo, interamente dedicato alla validazione astrometrica e contenente tutti i dati di missione per un totale ad oggi di oltre 1,5 petabyte, ovvero 1,5 milioni di gigabyte. L’Inaf vede coinvolte nel Dpac le sue strutture di Bologna, Catania, Firenze, Napoli, Padova, Roma, Teramo e Torino (dove risiede il management nazionale).

«Tra i primi risultati scientifici, ottenuti durante la validazione del catalogo, spicca l’identikit completo di oltre 330mila stelle nei “dintorni” del Sole, ovvero entro una distanza di 100 parsec (equivalente a quasi 330 anni-luce, circa 20 milioni di volte la distanza tra la Terra e il Sole), che ricostruisce la loro distribuzione 3D e i loro moti, classifica le loro proprietà e individua tra esse i sistemi di stelle doppie. Prima di Gaia, si conosceva con precisione la distanza solo del 10 per cento di stelle entro questo volume», commenta Mario Lattanzi, dell’Istituto nazionale di astrofisica  e responsabile nazionale, per conto dell’Asi e dell’Inaf, della partecipazione nazionale alla missione Gaia.

Ma i nuovi dati spaziano su tutta la galassia e oltre, rivelando i movimenti oscillatori delle stelle nelle frange più esterne della Via Lattea, nonché la rotazione delle stelle nella Grande Nube di Magellano, una delle galassie satelliti della nostra, e il “ponte” di stelle che fluiscono verso di essa dalla sua vicina, la Piccola Nube di Magellano.

Oltre ai quasi 2 miliardi di stelle nel nostro angolo di universo, il catalogo comprende anche 1.6 milioni di quasar, i cuori di galassie lontane la cui enorme luminosità proviene dall’attività dei buchi neri supermassicci nei loro centri. Queste osservazioni del cosmo più remoto sono fondamentali per ancorare il nostro sistema “locale” di misure celesti, e con la precisione di Gaia hanno permesso di stimare l’accelerazione del Sistema solare nel suo moto intorno al centro della Via Lattea, pari a 7 millimetri al secondo nel corso di un anno, per la prima volta utilizzando dati in banda ottica.

Per saperne di più:

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