Alla scoperta di Fermo in 10 tappe

Imperdibile percorso alla scoperta dei tesori del capoluogo marchigiano che in questi giorni è sede di un festival della scienza.

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Alla scoperta di Fermo in 10 tappe

Imperdibile percorso alla scoperta dei tesori del capoluogo marchigiano che in questi giorni è sede di un festival della scienza.

Fermo, come già detto in un altro articolo, è una città che si sviluppa sulla cima di una collina. Arrivandoci da uno dei sue due sbocchi al mare, Lido di Fermo o Marina Palmense, entrambi luoghi in cui abbuffarsi di brodetto di pesce accompagnato da Pecorino o Passerina, la vetta ce la guadagneremo passo dopo passo, in un percorso ascendente che, dai piedi romani in senso augusteo della città, ci porterà alla sommità romana in senso papalino, consentendoci di svelare meraviglie che non potranno lasciare indifferente il turista scientificamente e culturalmente orientato, a patto che sia dotato di calzature comode e fiato sufficiente per una scalata che, a tratti, risulterà fisicamente impegnativa.

Una sintesi delle attrazioni della città (Turismarche).

Tappa 1. Cisterne romane

Partiamo quindi con una visita alle cisterne romane, realizzate in epoca augustea per raccogliere e conservare l’acqua piovana e sorgiva destinata a rifornire la città, e tanto ingegneristicamente perfette da aver funzionato come serbatoi fino agli anni 80 del secolo scorso. Ben trenta sale impressionanti, impermeabilizzate con tecniche dell’epoca, che si estendono per oltre 2.000 metri quadri, grotte con maestose volte a crociera, insomma una meraviglia assoluta (per un approfondimento matematico, v. qui).

Cisterne romane Fermo
Le cisterne Romane a Fermo (archivio Comune di Fermo).

Tappa 2. Museo archeologico

Approfittiamo subito con gioia di una vero e proprio colpo di fortuna, per cui dobbiamo ringraziare l’amministrazione comunale: fino a pochi mesi fa, infatti, si accedeva alle cisterne (e vi se ne usciva) solo tramite via Perpenti, un vicolo ripidissimo la cui faticosa risalita ci avrebbe portati, con sudata e fiatone annessi, al centro del paese; da maggio 2023 è stato invece riaperto il palazzo Fontevecchia, ex convento domenicano, interamente ristrutturato e adesso sede di un Museo Archeologico, collegato con le cisterne da un modernissimo ascensore.

Tappa 3. Lo scippo di Marconi

Da lì, con un minuto di passeggiata a ritmo blando, saliamo a Largo Calzecchi Onesti, su cui insiste l’ingresso principale di piazza del Popolo, nostra successiva destinazione. En passant evidenziamo che Temistocle Calzecchi Onesti, cui è intitolato anche il liceo scientifico locale, è l’inventore del coherer, un tubetto a limatura di ferro con la proprietà che al passare di un’onda elettromagnetica diventa conduttore. Marconi gli scippò la scoperta, che fu fondamentale per far suonare il campanello del suo primo radio ricevitore nel 1894. Il liceo classico di Fermo, però, ne conserva la versione originale, che costituisce un motivo di vanto e, tra l’altro, un pretesto per essere menzionato per qualcosa di più edificante del cruento banchetto in cui Oliverotto da Fermo trucidò i principali esponenti politici del governo e dell’aristocrazia cittadina, compresi i suoi stessi parenti, tingendo di sangue le sale di quel Palazzo Eufredducci in cui, appunto, oggi ha sede il glorioso liceo classico Annibal Caro.

Tappa 4. Istituto tecnico “bombarolo”

Questa rapida carrellata sulle meraviglie conservate nelle scuole di Fermo non sarebbe completa senza una menzione all’Istituto Tecnico intitolato ai coniugi Gerolamo e Margherita Montani, che ne finanziarono la realizzazione nel lontano 1854 grazie a un consistente lascito testamentario. Con la chiamata dell’ingegnere Ippolito Langlois, proveniente dal Conservatoire national des arts et métiers di Parigi, l’Iti di Fermo raggiunse livelli d’avanguardia, che possiamo toccare con mano visitando le officine originali con tutti i macchinari, raccolte ormai da anni in un museo, il MITI (Museo dell’Innovazione e della Tecnica Industriale), a testimonianza della storia dell’istituto. Se questa breve descrizione non vi ha ancora sufficientemente invogliato a salire sul trenino che, da Piazza del Popolo, porta a valle e ferma anche davanti a questo istituto glorioso, pensate che quando scoppiò una delle bombe del terrorismo, alla fine degli anni ’70, un ordigno sofisticatissimo manovrato a distanza, i tecnici di laboratorio accolsero la notizia con un “questo può essere solo uno dei nostri”. A ragione, pare.

Tappa 5. Al bar… anzi, dal papa

In Piazza del Popolo ignoriamo stoicamente i bar, i ristoranti e persino l’enoteca del loggiato di San Rocco, quello più vecchio e più alto, cui torneremo alla fine. Puntiamo invece con decisione il lato opposto a quello da cui arriviamo, dove troviamo affiancati un palazzo con l’orologio e il vecchio palazzo comunale, Palazzo dei Priori, che ha uno scalone su due lati e su cui campeggia la statua di Sisto V, papa fermano (era nato nella vicina Grottammare ed era stato vescovo Fermo).

Fermo, Palazzo dei Priori
Fermo, Palazzo dei Priori (Santiloni).

Tappa 6. L’antico mappamondo e le lettere di Cristoforo Colombo

Da qui, con un po’ di fortuna, potremmo accedere tramite una loggetta panoramica, spesso aperta al pubblico, alla biblioteca comunale, in cui non mancheremo la Sala del Mappamondo, così detta perché ne ospita uno tanto enorme da essere stato montato in situ, perché non sarebbe stato possibile farlo entrare altrimenti. Degne di nota sono anche le due lettere autografe che Cristoforo Colombo scrisse, a bordo della Niña di ritorno in Spagna tra le tempeste del Mar delle Azzorre, per descrivere ciò che vide durante il suo primo viaggio oltre le colonne d’Ercole. Formalmente indirizzate al banchiere Luis de Santàngel, ministro delle finanze del Regno e suo principale alleato nel convincere la regina a patrocinare il viaggio, e a Gabriel Sanchez, tesoriere dei sovrani, le lettere volevano probabilmente far capire a Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia quanto fosse stato lungimirante il loro investimento.

La sala del mappamondo
La sala del mappamondo, antica biblioteca in cui sono conservate anche due lettere di Cristoforo Colombo (Santiloni).

Tappa 7. Meridiane ovunque

Come promesso, dalla prosaicità del brodetto di pesce e dalla laicità delle cisterne romane, ci stiamo progressivamente elevando verso la parte spirituale della città picena, terra di conti, marchesi, nobiltà papalina avuta in cambio della sua fedeltà a Roma, e sede da sempre di arcivescovado. Forse anche per questo la città e i dintorni sono pieni di chiese, alcune bruttine, altre invece assolutamente strepitose. E dal Sisto V immortalato sul palazzo dei Priori passiamo al meno famoso ma per noi altrettanto interessante don Alberto Cintio, sacerdote astronomo che ha letteralmente disseminato Fermo di meridiane. Cercarle può essere un buon passatempo, per il turista matematicamente orientato.

Meridiana Fermo
Una delle meridiane di Fermo (G. Guidone).

Tappa 8. Al teatro

Alla nostra ascensione fisica e morale manca adesso l’ultimo tassello, la salita al colle, che a seconda della nostra personale propensione al martirio condurremo attraverso uno dei tre cammini possibili, tutti francamente un po’ impegnativi. I più pigri sceglieranno di farlo lungo la via più lunga ma più dolce, che regala la vista del Teatro dell’Aquila, tanto ampio e bello da reggere il confronto con colleghi più famosi. Coloro che si sentono in vena di espiare qualcosina di più percorreranno il cammino ripidissimo da cui, al prezzo di un notevole accumulo di acido lattico, si ottiene in premio la visione dei resti dell’antico anfiteatro romano. I più audaci opteranno infine per il cammino più breve, con panoramica sui suggestivi vicoletti che portano all’abside della cattedrale.

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L’interno del Teatro dell’Aquila (Kryos).

Tappa 9. Preziosa pianeta

Ci ritroveremo tutti sulla sommità della collina, in cui ci concederemo una breve sosta al Museo Diocesano, dove è conservata una pianeta di Thomas Becket, oggettino di inestimabile valore, di forma semicircolare, in seta originariamente blu, con molti ricami in filo d’oro raffiguranti pavoni, elefanti e vari elementi che conducono all’area islamica. Che ci faccia la cosiddetta casula a Fermo è oggetto di discussione: sicuramente il giovane Thomas, su consiglio dell’arcivescovo di Canterbury Teobaldo di Bec, s’era iscritto intorno al 1145 allo Studium (poi Università) di Bologna, dove aveva conosciuto e stretto amicizia con Presbitero, il futuro vescovo di Fermo; o quindi la donò lui stesso all’amico vescovo, o fu sua madre Matilde, di origini saracene, a inviarla a Fermo dopo l’assassinio del figlio.

Tappa 10. La cattedrale asimmetrica

E siamo all’ultimo atto dello spettacolo che Fermo ha allestito per noi, la Cattedrale di Santa Maria Assunta in Cielo, edificata proprio sulla sommità della collina, là dove in tempi antichi i fermani avevano una fortificazione con tanto di mura, a difesa di una posizione tanto strategica da essere stata più volte oggetto di lotte per la sua conquista. Da qui si vede il mare, collegato alla rocca oltre che visivamente dal panorama suggestivo che abbiamo davanti, anche fisicamente dai tantissimi cunicoli segreti che scendono ancora oggi fino a Porto San Giorgio. La facciata della cattedrale offre al turista matematicamente orientato almeno due spunti di riflessione entrambi legati alla simmetria. Quali? La risposta è a questo link, e chi ha indovinato si è guadagnato un premio, può tornare in Piazza del Popolo a bere uno spritz.

(ha collaborato Andrea Parlangeli)

 

Link e approfondimenti

• La mappa di Fermo, in Pdf.
• Tutto quello che c’è da vedere in città e dintorni.
Il sito del Museo Polare, altro luogo interessante non citato nell’articolo.
• Guida della città, in pdf.
• Il sito di Fermhamente, il festival della scienza di Fermo di cui Josway è media partner.

Silvia Benvenuti
Silvia Benvenuti
Silvia Benvenuti è docente di Matematiche complementari all’Università di Bologna. È autrice di monografie e articoli di comunicazione scientifica per riviste come Mate, Maddmaths!, Prisma. Ha partecipato a trasmissioni divulgative di Rai 3 e Rai Scuola. È membro del Centro matematita e del comitato Rpa (Raising Public Awareness) della European Mathematical Society, della commissione comunicazione dell’Unione Matematica Italiana e del comitato scientifico di Archimede, Nuova Lettera Matematica e Fermhamente. Viaggiatrice per via genetica e matematica di formazione, si occupa da anni di turismo matematico.

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