La deriva del Polo Nord

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La deriva del Polo Nord

Anche il Polo Nord (quello magnetico) si muove. Ce lo rivelano i satelliti dell’Agenzia Spaziale Europea, che hanno osservato uno spostamento inatteso verso la Siberia. Con conseguenze importanti per la navigazione, e per i nostri cellulari.

Fin dall’antichità, il Nord è il riferimento principe dei viaggiatori, la direzione da fissare guardando il cielo (la stella polare) o l’ago della bussola. Peccato che anche il Nord si sposti, per lo meno quello magnetico. In passato, forse, non se ne sarebbe accorto nessuno; oggi, invece, il fenomeno è una minaccia per i sistemi di navigazione. Anche perché, ci avvisano i satelliti Swarm dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA), la migrazione è sempre più veloce.

Lo spostamento del Polo Nord magnetico dal 1831 a oggi (DTU space).

Innanzitutto, sia chiaro, il mutamento di cui stiamo parlando ha un’origine naturale. E, per quanto possa essere o sembrare anomalo, l’uomo non c’entra niente: non si tratta di un altro cambiamento innescato dalla nostra attività, e quindi non è uno dei segni caratteristici dell’Antropocene, l’epoca geologica in corso. Si tratta, invece, di un fenomeno che trae origine dalle dinamiche del nucleo terrestre, a migliaia di chilometri sotto i nostri piedi.

In secondo luogo, esistono due tipi di polo nord: uno geografico, l’altro magnetico.

Il primo è il punto di intersezione tra l’asse di rotazione terrestre e la superficie della Terra. Il secondo è definito dal campo magnetico terrestre, ed è il luogo verso il quale puntano le bussole da ogni parte del pianeta (v. figura in alto). A originare quest’ultimo, sono le enormi correnti elettriche che scorrono in profondità sotto i nostri piedi, nel nucleo terrestre. Ed è qui che avvengono le anomalie rilevate dai satelliti.

Che il Polo Nord magnetico si sposti non è una novità. Lo ha sempre fatto da quando è stato misurato per la prima volta, nel 1831. Da allora, si è spostato con una traiettoria contorta, e ora sempre più decisa, dal Nord del Canada verso la Siberia. Tra il 1990 e il 2005, la velocità era aumentata dai valori storici inferiori a 15 chilometri all’anno fino all’attuale velocità di 50-60 km/anno. Nell’ottobre del 2017 ha superato la Linea internazionale del cambio di data a 390 km dal Polo Nord geografico, e ha cominciato a puntare a sud.

Simulazioni del campo geomagnetico (in giallo) prodotto dai movimenti turbolenti (in blu e rosso) nel nucleo della Terra (Julien Aubert, IPGP/CNRS/CNRS Photothèque).

Che implicazioni abba tutto questo è difficile stabilirlo. Di certo si sa che il campo magnetico terrestre cambia con il tempo, e ogni tanto si inverte, con il Polo Nord magnetico che prende il posto del Polo Sud e viceversa. Questi scambi sono apparentemente casuali e avvengono in media ogni 450 mila anni. L’ultimo è avvenuto 780 mila anni fa. Su quanto tempo possa durare la transizione, e con quali conseguenze per il pianeta, poco si sa. Di certo, il campo geomagnetico e la posizione del Polo Nord sono importanti per definire il World Magnetic Model, il modello sul quale si basano molti sistemi di navigazione usati da navi, smartphone e Google Maps, per fare alcuni esempi. 

Proprio per tener conto del movimento del Nord magnetico, il World Magnetic Model viene regolarmente aggiornato, di norma una volta ogni cinque anni. Ma gli ultimi risultati della missione Swarm sono giunti inaspettati, quindi è stato necessario anticipare la revisione.

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