Il martirio di San Pietro e la cupola che ispirò Michelangelo

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Il martirio di San Pietro e la cupola che ispirò Michelangelo

Non facciamoci ingannare dalle dimensioni, questo piccolo tempio circolare ha un ruolo enorme nella storia dell’arte. Fu infatti realizzato da Donato “Donnino” di Angelo di Pascuccio, detto il Bramante (1444-1514), padre del Rinascimento e autore del progetto iniziale della nuova basilica di San Pietro, poi completata da Michelangelo (1475-1564).

Il tempietto di San Pietro in Montorio, noto anche come Tempietto del Bramante, fu commissionato dai reali di Spagna nel 1502 per consacrare il luogo sacro per eccellenza, quello della crocifissione di San Pietro.

Panoramico

Siamo sul Gianicolo, uno dei sette colli di Roma, nel punto in cui l’Accademia di Spagna si fonde con la struttura ecclesiastica di San Pietro in Montorio. Il Gianicolo è un luogo ricco di monumenti e di storia, da cui si gode della vista sull’intera città. Anticamente, da qui si potevano ammirare tutte le sette chiese di Roma. 

Proporzioni perfette

San Pietro in Montorio è anche il punto di arrivo di una storica via Crucis, che parte da via Garibaldi ed è delimitata da cancelli alla partenza e all’arrivo. Basta fare due passi oltre la chiesa, dirigendosi verso l’entrata dell’Accademia, per scorgere sulla sinistra la porticina di accesso a un chiostro in cui è racchiusa questa meraviglia. Un gioiello, seppur piccolo, così ben proporzionato che si ritiene abbia ispirato opere monumentali come il Pantheon di Parigi, il Campidoglio di Washington e la stessa cupola di San Pietro disegnata da Michelangelo. 

Interno Bramante
La cripta di San Pietro in Montorio, che custodisce il luogo in cui fu crocifisso San Pietro (G. Scozzafava).

Il cortile? Era circolare

Il piccolo tempio era stato inizialmente pensato all’interno di un cortile anch’esso circolare, che ne avrebbe certamente evidenziato la struttura. Ma il fascino resta immutato anche all’interno dell’attuale cortile, di forma rettangolare.

Nella cripta

All’interno ci si rende conto di quanto sia piccola la struttura, dall’esterno l’armonia ci fa quasi dimenticare che parliamo di un tempietto di appena due metri di raggio. Girandogli intorno, si scorgono sul retro due scale che costeggiandolo scendono verso una cripta. Sono invisibili dal lato anteriore, quasi a proteggere il luogo a cui conducono: il punto più sacro, quello della crocifissione di San Pietro.

Giorgio Scozzafava
Giorgio Scozzafavahttps://sirgeorgephoto.altervista.org
Giorgio Scozzafava è un architetto informatico. Convive con la tecnologia sin da bambino, pur non essendo nato nell’epoca dei nativi digitali. Ha conseguito una Laurea in Discipline Psicosociali ed è amante della fotografia al punto di considerarla un mezzo per catturare e trasmettere emozioni. È attivo su Instagram e su 500px con l’account @sirgeorgephoto.

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